E anche Natale e Capodanno ce li siamo tolti. Benone. A volte mi chiedo se io sia l’unica a non amare le feste natalizie. Inizio col dire che non so se è una mia impressione, ma Natale arriva sempre prima.
E' agosto, sei in spiaggia. E' tardo pomeriggio e seduta sul bagnasciuga osservi l'acqua che avanti e indietro ti toglie la sabbia dai piedi. Fantastico momento per godersi il mare.
Ad un tratto una voce ti fa voltare.
“Ancora qui?! Ma hai finito di fare i regali?"
Si ok, ho esagerato, ma sono convinta che non manchi molto a quel 15 agosto in cui ci diremo "Buon ferragosto e buon Natale. Programmi per capodanno?"
Compreremo lozioni protettive e nuovi addobbi per l'alberello, tutto insieme.
Ad alcuni può anche piacere. C'è chi attende spasmodicamente l'atmosfera natalizia, le canzoncine felici che ti ubriacano anche solo avvicinandosi ai negozi, le vetrine con centomila lucine pro-epilessia.
E poi si sa, a Natale si deve essere felici. Cazzo come puoi non esserlo?
Ma non per tutti è così.
Ci hanno insegnato (non si sa bene perché) che Natale è sinonimo di famiglia ma per alcuni equivale a nostalgia, perché ogni casa si porta dietro una sua storia..
Quindi se per qualcuno addobbare l'albero è il momento dell'allegria e del riunirsi, per altri è vedere la tavola sempre più corta ed assenze che pesano sempre un po' di più in questo periodo dell'anno.
La mia mente torna ai natali passati tutti insieme, nella confusione delle risate e le carte dei regali sparse ovunque, quando si era felici senza accorgersene e le uniche preoccupazioni erano quella di cercare di sorridere scartando l'ennesimo orrido maglione regalato dalla nonna e di vincere a tombola, ovviamente.
Ecco si. Per me il Natale è quello. Quello di quando ero bambina e adesso mi sta sulle palle.
Ma se voi lo amate ancora godetevelo. Abbracciatevi. Regalate oggetti dal dubbio gusto. Ridete.
Perché poi sapete bene che la pacchia finirà ed inizieranno a farvi la fatidica domanda.
"Progetti per capodanno?"
Si. Vi faranno questa domanda anche quest’anno che non si sa bene che cazzo si può o non si può fare.
Altri anni ci siamo smalloppati i programmi di amici che andavano in India, a New York, che ne so, in Congo.
Quest’anno niente viaggi ma solo cenoni.
Io sono stata in casa. Immancabile pigiama, lenticchie e 200 bottiglie di vino. Non mi lamento.
A mezzanotte con fare scoglionato abbiamo brindato ad un altro anno di merda che se n’è andato e amen. Euforia portaci via.
C‘è chi questo 31 dicembre lo avrà passato ad ubriacarsi fino a perdere i sensi risvegliandosi, fresco come una rosa, direttamente il primo gennaio.
Altri poi, infichettati, avranno fatto un super cenone in qualche ristorante, ma sono sicura che qualcuno al massimo a mezzanotte sia sceso al bar sotto casa da Piero Lo Zozzo a fare un brindisi in bicchieri di plastica tra camionisti e spacciatori.
Buon anno. Evviva. Fatto.
L’unica cosa certa è che la sera del 31 dicembre devi organizzare qualcosa, altrimenti sei un disadattato del cazzo anche se sappiamo perfettamente che l’unica cosa a cambiare realmente è il calendario sul frigo.
Comunque...
Auguri di buon anno a tutti voi.
E auguri anche agli assenti.
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